giovedì 28 ottobre 2010

rispondimi solo ad una domanda.. che cos'ha lei che io non ho?

no guarda, non serve che sprechi fiato.. già lo so.
lei è bella, è magra, è frizzante.
è spiritosa, è interessante, ti fa ridere.
lei sa sempre la cosa giusta da dire, sa essere sexy ma allo stesso tempo solare.
lei ti ascolta e ti sa consigliare, lei non ha i suoi problemi da risolvere.
lei ti ama un decimo di quanto non ti ami io, ma questo non ti importa perchè lei è un gran bel trofeo da portare ingiro, un trofeo molto più bello di me.

che poi, io ti amo davvero? non è che non sopporto il fatto che lei venga prima di me soltanto perchè devo sfogare la mia competitività in tutto? non è che semplicemente non sopporto che lei sia più perfetta di me ai tuoi occhi?

mi tremano le mani.. ho un bisogno irrefrenabile di tagliarmi, di vedere il mio sangue sgorgare.. non riesco a resistere, non stasera..

e assisterai alla mia autodistruzione da spettatore consapevole.. oh sì, perchè tu sai, ma fai finta di niente perchè preferisci lei a me.

martedì 19 ottobre 2010

if you ever loved somebody put your hands up

And I was thinkin about her, thinkin about me.
Thinkin about us, what we gonna be?
Open my eyes, yeah; it was only just a dream.
So I travel back, down that road.
Who she come back? No one knows.
I realize, yeah, it was only just a dream.

errori su errori. un susseguirsi continuo di sbagli, un alternarsi di abbuffate, vomito, tagli, bruciature, graffi, pianti.
e, ciliegina sulla torta, crisi di panico! a scuola! perchè certo, mi sembra logico che dieci minuti prima che suoni la campana dell'ultima ora a me venga il terrore perchè devo tornare a casa a pranzare!

venerdì sera aperitivo con una mia amica tedesca in visita, un altro genovese e altre due amiche italiane. tutti conosciuti in nuova zelanda e tutti a conoscenza di me e L.
semi digiunavo da tre giorni (si, fatemi un applauso), poichè, oltre alle solite restrizioni assolutamente insane, ultimamente mi è venuta una nuova mania, quella che mangiare a pranzo mi faccia studiare meno volentieri al pomeriggio.. follia pura! incredibile constatare quali scuse patetiche e assurde riesca a inventare la mia mente pur di autodistruggersi.
comunque mi presento all'aperitivo in vestitino giropassera (perdonate la volgarità..) , collant ultrapesanti nere e decoltè marc jacobs di 11 centimetri e mezzo di tacco. i miei soliti dieci minuti di ritardo: sono già tutti lì e per di più sono tutti in jeans. panico.
" kelsey, why's there no food in your dish?" "I already had supper, because of a diet.. for sport.. you know, tennis.." .. liar.
mi prendo uno spritz e me lo fanno forte. sigaretta, sorso, sigaretta, sorso.
il discorso verte subito su L. l'hai più sentito? ti scrive? come è finita? ma come facevi a stare con lui? ma lo sai che so per certo che dopo di te è stato con C? e Le? e Ka?
di bene in meglio.
dopo l'aperitivo mi alzo e mi gira la testa.
ci muoviamo in un altro bar, altro drink.. pina colada stavolta.
il sapore dolciastro mi disgusta, ma lo bevo.. continuo a pensare a quelle, a lui e a quelle, a lui su di me..
la tedesca non finisce il suo limoncello, lo scolo in un sorso.
mi ritrovo a sparare cazzate, in braccio al genovese che non vedevo da più di un anno.
baci, abbracci, altre sigarette, altro alcool.. arrivo a casa distrutta.
apro facebook e la cosa migliore che mi viene in mente di fare è una cazzata madornale..gli scrivo.
verrà in italia quest'inverno.. la fine..

eppure a furor di popolo mi hanno eletta rappresentante di classe.. non mi ero nemmeno candidata..
" kelsey hai gestito benissimo la situazione con la *****, e anche per la gita, ti stai facendo un mazzo così a girare per le agenzie!" - cosa si farebbe pur di rimanere una settimana lontano da casa..

giovedì 14 ottobre 2010

eat pray love

questo freddo mi ricorda la terra promessa. mi ricorda quelle serate buie, gelide, passate a guardare rapita una bimba che si allena per cheerleading, un ragazzino che prepara il suo progetto di scienze, una ragazza che messaggia senza guardare la tastiera, un coreano che cerca di raccontare la sua giornata in un inglese stentato, un bimbo che per attirare l'attenzione della mamma si rotola sul pavimento in una danza frenetica.
e poi io, una tazza di thè fra le palme, il sorriso impresso sul viso. non mi stancavo mai di osservare quel mondo che sentivo così mio, quella famiglia che mi mostrava il suo sostegno in ogni minimo gesto.

e poi veniva la cena. il sorriso di Baba, i suoi occhi di brace. il pollo al centro della tavola.
tutti seduti, tutti in silenzio. a pray to god, allah and every spirit in this world.
mangiare, mangiare giusto, mangiare regolare. sentire l'appetito, sentirsi pieni e fermarsi.
mangiare quando si ha voglia, quanto sia voglia.

non ho mai digiunato, non mi sono mai abbuffata. ero grassa, ma non mi sentivo grassa.

no problems, no troubles, no anxious. just love.

e il tuo amore che mi accompagnava come un'ombra. sparecchiavo, sorridevo a tutti e poi scendevo in camera mia, ancora sorridente, a ricordare i bei momenti della giornata, a raccontarli ad una sorella contenta di conoscerli. e la sigaretta prima di dormire, fumata di nasconsto, al riparo nei cespigli, al freddo pungente.